Letteralmente la parola miope viene dal greco e significa "socchiudere gli occhi", un espediente comune per migliorare la nitidezza dell'immagine visiva; le palpebre, se “strizzate”, funzionano come un diaframma naturale, permettendo un aumento della profondità di fuoco.
Tradizionalmente la risoluzione della miopia è effettuata con l'uso di occhiali o di lenti a contatto.
Miope si dice anche, in senso popolare, di una persona che non vede più lontano del proprio naso: cioè essere poco lungimiranti.
Questa la storia, ma oggi?
Oggi sappiamo che la miopia è un'ametropia o un'anomalia refrattiva, ossia una patologia oculistica a causa della quale i raggi luminosi provenienti da un oggetto posto all'infinito non si focalizzano correttamente sulla retina, ma davanti a essa.
Sappiamo poi che molto spesso è su base ereditaria e che, se di grado elevato, può portare a conseguenze importanti quali ad esempio il distacco di retina.

Infine,sempre grazie alla scienza, abbiamo scoperto nuove e tecnologie chirurgiche, come la chirurgia refrattiva, che a oggi hanno raggiunto un elevato standard di efficacia e sicurezza tanto che, negli ultimi 20 anni, quasi migliaia di persone che in Italia si sono sottoposte a questo tipo di intervento.

Con la chirurgia refrattiva si modifica il potere refrattivo della cornea portando ad una correzione del difetto simile a quella che si potrebbe ottenere con una lente a contatto.
L'intervento, che dura pochi minuti, è assolutamente indolore e viene eseguito in anestesia locale tramite instillazione di un collirio anestetico. In fase post-operatoria poi, il dolore, di media entità, scompare in media dopo 24-48 ore e può essere tenuto sotto controllo con l'utilizzo di analgesici.